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Tribunale Roma: DPCM illegittimi, sfratto convalidato

  • fabio304
  • 19 gen 2021
  • Tempo di lettura: 2 min

Aggiornamento: 22 gen 2021

"Contrordine Compagni!"

Discostandosi in modo significativo dall'orientamento emerso a Venezia, che abbiamo recentemente postato, il Tribunale di Roma ha emesso, il 16 dicembre 2020, ordinanza di rilascio, ai sensi dell'art. 665 del codice di rito, disattendendo la prospettazione del conduttore che aveva proposto opposizione, ivi evidenziando che per effetto della “grave crisi scaturita dalla pandemia che ha desertificata il Centro storico… nel periodo 1.03-31.08 2020 la società… ha subito una riduzione del fatturato del 72,72%”, così da richiedere la riduzione di equità del canone, per eccessiva onerosità sopravvenuta ed in forza del principio di buona fede e dei vincoli solidaristici posti dagli artt. 2 della Costituzione e 1175 del codice civile.

La pretesa del conduttore è stata radicalmente disattesa sul rilievo che la parte, pur sussistendo i presupposti, non si è attivata per rimuovere i DPCM che hanno compromesso il pieno godimento del bene, impugnandoli, come “ben avrebbe potuto (ed, anzi, dovuto) … eliminando in radice le conseguenze che ne sono derivate” (queste le parole testuali del Giudice capitolino). Secondo il Tribunale, che ha richiamato a sostegno le diverse opinioni espresse da Presidenti Emeriti della Corte Costituzionale (che hanno rilevato l’incostituzionalità del DPCM), nonché un precedente del Giudice di Pace di Frosinone, potendo la parte impugnare l’atto che ha determinato la limitazione e la compressione di diritti fondamentali, eliminandone in radice le conseguenze, fuori luogo sarebbe stata l’invocazione del principio di buona fede nell’esecuzione del contratto, “potendo invece ricondursi le conseguenze subite ad un comportamento omissivo e negligente della parte conduttrice nel non impugnare provvedimenti illegittimi e lesivi dei propri diritti e libertà”.

Con questa decisione del Tribunale di Roma si aggiunge un altro tassello al mosaico di posizioni che si sono succedute in ordine alle obiettive e molteplici problematiche legate alla gestione dell’inedita situazione generata dalla pandemia Covid‐19 e che rende ancora una volta opportuno, se non necessario, un intervento legislativo, con incontestabile efficacia normativa, attraverso il quale vengano fissati criteri e parametri chiari per la risoluzione del sempre crescente contenzioso tra locatori e conduttori di esercizi commerciali, essendosi dimostrato inadeguato il limitato e tutt’altro che univoco richiamo al (solo) obbligo di considerare il rispetto delle misure di contenimento, al fine di valutare l’eventuale responsabilità di quest’ultimo, … se possibile, in forma e di contenuto meno tranchant di quelli utilizzati per disporre la sospensione degli sfratti per morosità, tema recente, ma che già ha sollevato dubbi di conformità alla della Costituzione.

Per gentile concessione "Il Quotidiano Giuridico" di Wolters Kluver

1 commento


Guest
27 nov

Un articolo davvero illuminante, che mette in luce le complessità legali emerse durante la pandemia. Oltre a queste battaglie legali, la situazione ha spinto molti a riconsiderare il proprio ambiente domestico, cercando di migliorarne comfort e sicurezza. Piccoli accorgimenti, come l'installazione di sistemi di illuminazione automatica, possono aumentare la serenità in casa. A tal proposito, questi accessori rappresentano una soluzione semplice ma efficace.


Ma quali sono, legalmente, i limiti per un inquilino che desidera apportare modifiche all'immobile in affitto?


Addizioni e Miglioramenti: Cosa Dice la Legge

Il Codice Civile italiano, agli articoli 1592 e 1593, disciplina proprio le "addizioni" e i "miglioramenti" apportati dal conduttore. È fondamentale distinguere tra i due:

  • Miglioramenti (art. 1592 c.c.): Opere che aumentano il valore…


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